Una bicchierata con gli amici di Pavia che sono stati al suo fianco in un’esperienza indimenticabile, a partire dagli ex presidenti. Ma anche anche l’amarezza di “non aver ricevuto neanche un saluto, dopo 40 anni vissuti al servizio di un Teatro che ho amato smisuratamente”. Così l’ex direttore artistico Fiorenzo Grassi ha voluto concludere la sua lunga esperienza al Fraschini. “Di fatto il mio compito si è esaurito il 31 dicembre 2021; da quel giorno nessuno si è più fatto vivo con me”. Grassi ha ricordato il suo arrivo al Fraschini nel 1981 (“devo dire grazie soprattutto all’allora assessore Portolan”), poi i 9 anni di chiusura forzata del Teatro (dal 1985 al 1994) per un lungo intervento di restauro, il ritorno e la grande soddisfazione, tra le tante, di aver visto inserire il Fraschini tra i “Teatri di tradizione” con un indiscutibile ritorno d’immagine e consistenti vantaggi economici. “Tranne una circostanza, posso dire di avere avuto buoni rapporti con i sindaci che si sono alternati a Palazzo Mezzabarba. Ringrazio la Fondazione Banca del Monte di Lombardia, sempre generosa con il Fraschini, e la Fondazione Cariplo, grazie alla quale siamo riusciti ad avviare il rilancio del Politeama che il Comune ha voluto ‘patrimonializzare’ all’interno della Fondazione Teatro Fraschini. Ma mi permetto comunque di consigliare le Fondazioni, così come i politici, di avere sempre rispetto per l’autonomia del Fraschini e per la sua connotazione ‘civica’: il Teatro è, prima di tutto, un bene dei cittadini”. Grassi, a 77 anni, continuerà comunque un’intensa attività culturale nel Teatro dell’Elfo di Milano, come consulente del Cagnoni a Vigevano e alla guida del nuovo Teatro di Rho (Milano).
(Nella foto, da sinistra, Raffaella Ciampi, Fiorenzo Grassi, Graziano Leonardelli, Antonio Sacchi e Francesco Brendolise)