Nel pomeriggio di martedì 2 agosto Prince, il pastore maremmano affetto da una patologia degenerativa di cui Il Ticino aveva parlato in questo articolo online e sulla versione cartacea lo scorso mese di febbraio, ha terminato il suo percorso di vita. La sua storia aveva colpito tanta gente, tanto da far sì che dopo una vita passata in canile Prince fosse adottato da una famiglia straordinaria che lo ha scelto nonostante i suoi problemi di salute. A dare notizia della scomparsa del cane Prince è stata Antonella Mastrogiacomo, collaboratrice volontaria di alcune associazioni di difesa degli animali del territorio che, con la LAV Oltrepò e con il canile di Pieve Porto Morone dove Prince viveva prima dell’adozione, si era spesa in prima persona per donare al bel cane bianco una seconda possibilità di vita: “Avremmo voluto tanto vivesse un po’ di più in famiglia ma siamo sereni come lo è stato lui fino alla fine – ha detto Antonella -. Sì è addormentato fiero del suo percorso, perché è stato amato profondamente, e nel suo volo si è portato con sé il suo più grande riscatto, dopo una vita di solitudine. È stato il primo caso, e il primo cane, di cui l’associazione Lav Oltrepò si è fatta carico anni fa rappresentando l’incipit e la costituzione dell’associazione stessa. Grazie a lui sono stati poi salvati e fatti adottare numerosi altri animali, non solo cani. Ha tantissimi meriti, ma quello più grande è stato quello di insegnarci a sperare, ad attendere con fiducia e il senso di gratitudine. Sguardo dolcissimo, consapevole e forte fino all’ultimo respiro. Un esempio di vita… Grazie a tutti coloro che non sono stati indifferenti. Grazie a chi ha dato visibilità e valore alla sua storia. Grazie di cuore a chi è stato determinante per la sua adozione. Grazie agli amici e ai giornalisti di buon cuore che anche oggi si sono stretti al nostro dolore con parole di conforto e rendendosi disponibili ad aiutare altri animali bisognosi in sua memoria… Siete la voce di chi voce non ha, quando la nostra non basta”.
Abbandonare un cane non significa solo fargli rischiare la morte: l’abbandono è un reato punito con la reclusione sino ad un anno o con una multa di 10mila euro.