Se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori non riescono neanche a coprire i costi di produzione, con il balzo dei beni energetici che si trasferisce a valanga sui bilanci delle imprese agricole costrette a vendere sottocosto. Una situazione insostenibile, che mette a rischio le forniture alimentari del Paese garantite da 740mila imprese agricole che non hanno mai smesso di lavorare durante la pandemia ed ora sono strozzate dalle speculazioni.
Per questo, gli allevatori e gli agricoltori della Coldiretti manifesteranno in diverse piazze italiane: il presidio nazionale sarà a Roma con il presidente Ettore Prandini. A Pavia l’appuntamento è di fronte alla Prefettura, in piazza Guicciardi: agricoltori e allevatori si riuniranno dalle 9 del mattino per chiedere la garanzia del giusto prezzo con la lotta alle speculazioni, assicurare liquidità alle imprese e sbloccare gli interventi per il settore fermati dalla burocrazia ma anche per richiamare l’attenzione su progetti concreti come le fonti energetiche rinnovabili, il biogas e il fotovoltaico sui tetti di aziende e stalle.
Anche il Vescovo di Pavia, Mons. Sanguineti, ha dato il proprio appoggio all’iniziativa richiamando le parole di Papa Giovanni Paolo II: “Facendo mie le parole tratte dalla Lettera Enciclica Laborem exercens di S. Giovanni Paolo II, mi rendo partecipe della mobilitazione odierna volta alla salvaguardia dell’importante settore agroalimentare: auspicando soluzioni giuste che tutelino i diritti dei lavoratori, invoco su tutti la benedizione del Signore”.
Ecco le parole di S. Giovanni Paolo II: “Il mondo agricolo, che offre alla società i beni necessari per il suo quotidiano sostentamento, riveste una importanza fondamentale. Le condizioni del mondo rurale e del lavoro agricolo non sono uguali dappertutto, e diverse sono le posizioni sociali dei lavoratori agricoli nei diversi Paesi. E ciò […] dipende […] ancora di più, dal riconoscimento dei giusti diritti dei lavoratori agricoli e, infine, dal livello di consapevolezza riguardante tutta l’etica sociale del lavoro. […] Anche nei Paesi economicamente sviluppati, […] il diritto al lavoro può essere leso quando
si nega al contadino la facoltà di partecipare alle scelte decisionali concernenti le sue prestazioni lavorative, o quando viene negato il diritto alla libera associazione in vista della giusta promozione sociale, culturale ed economica del lavoratore agricolo.
In molte situazioni sono dunque necessari cambiamenti radicali ed urgenti per ridare all’agricoltura – ed agli uomini dei campi – il giusto valore come base di una sana economia, nell’insieme dello sviluppo della comunità sociale. Perciò occorre proclamare e promuovere la dignità del lavoro, di ogni lavoro, e specialmente del lavoro agricolo, nel quale l’uomo in modo tanto eloquente «soggioga» la terra ricevuta in dono da Dio ed afferma il suo «dominio» nel mondo visibile (LE 21)”.