Nel primo semestre del 2021, le aziende lombarde che producono prodotti “Made in Italy” (nei comparti alimentare, moda, arredo e meccatronica) hanno venduto all’estero per 47 miliardi di euro: un risultato migliore di quello registrato nel 2019, prima della pandemia. A fornire il dato è stata oggi, giovedì 16 settembre, Valeria Negri, direttore del Centro Studi di Assolombarda, durante un convegno svoltosi alla sede di Pavia dell’associazione sul tema “Made in Italy: nuovi orizzonti per le aziende italiane nel mondo globalizzato in trasformazione”.
“Stiamo vivendo una fase di forte ripresa, dopo le flessioni registrate nella fase più acuta della pandemia ad eccezione dell’alimentare – ha sottolineato Valeria Negri -. Nel 2019 il dato finale dell’export lombardo per le produzioni ‘Made in Italy’ era stato di 90,4 miliardi: un risultato che pensiamo ragionevolmente di superare, dopo il traguardo raggiunto a metà 2021”.
Nel corso del convegno (dopo il saluto iniziale di Marco Salvadeo, vicepresidente del Gruppo Giovani Imprenditori e presidente della zona Oltrepò di Assolombarda Pavia) hanno raccontato la loro esperienza di questi difficili anni segnati dal Covid, i manager di alcune imprese. Francesca Scotti (nella foto è la seconda da destra, ndr), digital project manager della “Riso Scotti Spa” di Pavia, ha spiegato che l’azienda della sua famiglia (che ha raggiunto un fatturato annuo di 300 milioni) durante il primo lockdown ha aumentato le vendite online del 300 per cento e quelle offline (attraverso i canali tradizionali) del 30 per cento. “Il nostro mercato principale resta l’Italia – ha spiegato Francesca Scotti -, ma stiamo crescendo di più all’estero. Stiamo guardando con sempre maggiore interesse alla Cina, verso la quale ci proiettiamo soprattutto con prodotti derivati dal riso”.
Gian Marco Centinaio, sottosegretario pavese al Ministero dell’Agricoltura, ha sottolineato la necessità per l’Italia di puntare sempre di più su “prodotti di qualità ed eccellenza, migliorando la comunicazione e cercando il più possibile di eliminare il fenomeno dell’ ‘Italian Sounding Food’ che vede i nostri migliori prodotti enogastronomici imitati all’estero: l’ultimo caso è quello del ‘Prosek’ croato”.