Si è appena concluso il progetto pilota promosso da Regione Lombardia con le Ats e 10 laboratori di riferimento avente lo scopo di verificare la possibilità di introdurre i test molecolari su saliva, anziché i classici tamponi naso-faringei, quale test diagnostico per la ricerca del SARS-CoV-2 negli alunni nelle fasce di età 3-14 anni. Più comunemente noti come “lollipop” o “lecca-lecca”, i tamponi salivari molecolari sono il frutto di una sperimentazione attuata dall’Università degli Studi di Milano. Diversi studi hanno dimostrato per questi test, meno invasivi e più semplici da utilizzare, la stessa validità del tampone nasofaringeo molecolare. L’idoneità dei Laboratori arruolati per la realizzazione di questo progetto di screening sperimentale è stata stabilita in base alle loro caratteristiche tecniche e alla disponibilità a essere operativi nei tempi richiesti. Per la provincia di Pavia, è stato selezionato il Laboratorio Covid della Fondazione Mondino di Pavia (nella foto, ndr), diretto dalla dott.ssa Rosita Trotti, che ha testato i tamponi salivari di 140 alunni nelle fasce di età 3-14 anni dell’Istituto Comprensivo San Martino Siccomario a distanza di 14 giorni, il 18 maggio ed il 1° giugno, fornendo gli esiti in giornata. In entrambe le sedute tutti i tamponi testati sono risultati negativi, confermando la situazione epidemiologica attuale della pandemia. “La sperimentazione – si legge in una nota della Fondazione Mondino – rientra in un percorso di sorveglianza e di monitoraggio a campione della presenza di infezione da Covid-19 basato su test che impiegano la saliva, al fine di verificare la possibilità di riprendere le attività scolastiche in sicurezza già a partire dal prossimo settembre, valutando al contempo l’accettabilità di questo strumento nei pazienti in età pediatrica e la sua sostenibilità su larga scala nelle scuole. È da tempo che si valuta la possibilità di ricercare il virus responsabile della Covid 19 in bambini e adolescenti mediante test basati su una modalità meno fastidiosa rispetto a quella prevista con il tradizionale tampone naso-faringeo. I test basati sulla saliva sembrano poi particolarmente auspicabili nella attività di “tracing” e di sorveglianza nella scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, come pure nel monitoraggio a campione della presenza dell’infezione da Coronavirus proprio nelle classi di età finora escluse vaccinazione, agevolando la prosecuzione dell’attività didattica in presenza”. “La facilità d’impiego dei test basati sull’uso della saliva è dovuta anche al fatto che sono ‘autosomministrabili’ – conclude il comunicato del Mondino -: non richiedono infatti la presenza di operatori sanitari nella fase di raccolta del campione, piuttosto il semplice affiancamento di una persona adulta a sostegno dei più piccoli. L’obiettivo della sperimentazione, che ha rappresentato una sorta di “prova generale” per una possibile applicazione su larga scala all’inizio del prossimo anno scolastico per contrastare l’emergenza sanitaria legata alla Covid-19, sembra dunque essere stato raggiunto”.