“Per il futuro dobbiamo puntare su iniziative che garantiscano qualche primato a Pavia e alla sua provincia: eccellenze che sappiano accendere i riflettori sul nostro territorio. E’ un cammino che può essere intrapreso consolidando il rapporto con Milano”. Ad indicare la strada per il rilancio di Pavia è il prof. Fabio Rugge, per sei anni (dal 2013 al 2019) rettore dell’Università di Pavia. Nell’intervista rilasciata a “il Ticino” (che pubblichiamo anche sul nostro sito www.ilticino.it) parla di cosa sta facendo dopo aver concluso l’esperienza alla guida dell’Ateneo pavese, della pandemia da superare ma anche dalla quale apprendere insegnamenti per non ripetere gli errori commessi in passato, e di che orizzonti vede per il nostro capoluogo e per il territorio.
“L’ebbrezza di una libertà nuova”
La vita del prof. Rugge è cambiata dal 1° ottobre 2019, il giorno dopo la conclusione del suo mandato di rettore. “In questi mesi – racconta – ho sperimentato l’ebbrezza di una libertà nuova, dopo sei anni di impegno pressante, anche se bello, gratificante e ricco di stimoli. Ho avuto la possibilità di dedicarmi ad argomenti che corrispondono a curiosità che prima non avevo potuto approfondire. Grazie ad una maggiore disponibilità di tempo, ho intrapreso nuovi percorsi. Prima di tutto percorsi di studio, nei quali ho approfondito temi come la pubblica amministrazione, alla quale ho dedicato molto tempo della mia vita, ma anche questioni di carattere morale: ho partecipato, insieme ad altri autori, alla realizzazione di una pubblicazione sulla ‘Mansuetudine’ e ora ne faremo una anche sulla ‘Fede’ collegata alle ‘Virtù dell’Arca di Agostino’ ”. “Ho assunto anche nuovi impegni – continua l’ex rettore -, a partire dall’incarico di coordinare gli eventi che si organizzeranno nel 2023, per i 1300 anni dalla traslazione delle spoglie Sant’Agostino a Pavia: un evento che avrà un profondo significato non solo religioso ma anche spirituale, visto che Agostino è stato un grande filosofo dell’Occidente. Sarà un’occasione importante per la città, che ha la fortuna di ospitare questo prezioso tesoro ed è giusto che lo faccia conoscere maggiormente come tratto distintivo della sua storia e anche come importante attrattiva turistica. In questi mesi mi sono impegnato anche fuori Pavia con l’Orchestra Verdi di Milano, una delle perle culturali del nostro capoluogo regionale. Con la Provincia di Lecce, insieme a quelle di Taranto e Brindisi, lavoro per un programma di rilancio di un territorio che mi sta molto a cuore, visto che è il luogo delle mie radici. Sto anche collaborando con un’azienda sui temi dell’internazionalizzazione e della formazione. Sono attività che mi coinvolgono molto e che porto avanti in una ‘totale dimensione pavese’: sono sempre più convinto e soddisfatto della scelta di aver trasferito definitivamente la mia residenza a Pavia, una città che ha tante virtù che apprezzo molto”.
“La pandemia ci ha portato nuove consapevolezze”
Il prof. Rugge riflette sulla pandemia che condiziona le nostre vite da più di un anno: “L’ottimismo è un dovere morale, ma anche una prospettiva realisticamente fondata. In questo lungo periodo si sono consumate molte tragedie, con uno stress a livello globale. Dovremo sopportare anche il peso dei danni economici prodotti dal Covid-19. Però credo anche che questo grave stato di emergenza abbia portato anche alcune consapevolezze preziose: prima tutto l’importanza del sapere scientifico, pensiamo solo al tempo straordinariamente breve nel quale è stato prodotto il vaccino; poi la presa d’atto di quanto sia decisivo per la società oggi il tema della cura, e di come il potere del 21esimo secolo debba essere sì capace di ingiungere, ordinare, sorvegliare e punire, ma debba prima di tutto preoccuparsi di accarezzare e accudire. L’importanza della cura è diventata centrale”. “La pandemia – afferma Rugge – ha sottolineato anche il ruolo della globalizzazione che in passato abbiamo visto principalmente come fattore economico, anche nei suoi aspetti negativi con un confronto drammatico tra le differenze sociali, e come turismo, con un avvicinamento sporadico tra le persone e i luoghi. Oggi invece viviamo la globalizzazione come compresenza di concittadini, il cui destino è intimamente legato. Grazie al Coronavirus abbiamo acquisito la consapevolezza di una comunanza di destino sul pianeta in cui viviamo: ce l’aveva già detto l’ambiente, ma il fatto di contagiarsi l’un l’altro ci ha fatto capire che dall’altro può arrivare il male, ma solo dall’altro può derivare il bene che ci è necessario”.
“A Pavia vedo un governo comunale attento e attivo”
Nelle analisi delle prospettive future per Pavia, l’ex rettore prende spunto da una domanda che Giancarlo Giorgetti aveva rivolto ai vertici delle istituzioni locali in occasione di un convegno svoltosi nel giugno scorso in Università: in quell’occasione l’attuale ministro dello Sviluppo Economico chiese se il “sistema Pavia” ha le capacità di presentare un progetto in grado di attirare parte delle risorse destinate al nostro Paese con il piano europeo del “Recovery Fund”. “Giorgetti ci ha posto una domanda che ci sfida, come comunità pavese – sostiene Rugge -. Non è difficile constatare che il nostro territorio soffre per alcune fragilità e che, a volte, fatica a farsi sentire. Però Giorgetti ci ha chiesto: la provincia di Pavia ha ambizioni per il proprio futuro? Se le ha, è da lì che devono partire i programmi. Superata la pandemia vivremo una dinamica di ripartenza, e questa prospettiva riproporrà a tutti noi in maniera ancora più stringente gli interrogativi posti da Giorgetti. Abbiamo vissuto mesi di nuove consapevolezze, ma mi auguro anche di gestazione per il futuro: dovranno esserlo anche i giorni che stiamo vivendo oggi e i prossimi mesi. Pavia e le sue dirigenze non possono sottrarsi a questi impegni”. La riflessione si sposta sull’attuale giunta di Pavia: “Vedo un governo comunale attivo e attento: ho apprezzato anche il modo con cui hanno gestito il problema del cedimento della palazzina di via De Motis. Sono molto impegnati anche sui lavori pubblici, con una serie di interventi che vogliono dare risposte concrete ai cittadini. Se c’è un difetto nell’attuale amministrazione di Palazzo Mezzabarba, credo che vada individuato nella mancanza di un’adeguata comunicazione sul lavoro che viene svolto: sarebbe invece importante farlo, anche per non lasciare spazio solo alle voci critiche”.
“Servono più progettualità e un po’ di ardimento”
“Credo che il Comune e gli altri attori del territorio debbano esprimere ancora più progettualità – sostiene Rugge -. E’ necessario avere un po’ di ardimento: anche se è un atteggiamento contrario allo spirito pavese, sarebbe bene anche ‘pavoneggiarsi’ un po’ per le nostre eccellenze. Possiamo contare su dirigenze pubbliche importanti, come l’accoppiata Venturi-Nicora che guida il Policlinico San Matteo. Vedo un Collegio Borromeo che sta andando forte sotto la guida del rettore Alberto Lolli. Ma potrei citare anche altre realtà virtuose. E’ il momento di esprimere una progettualità ambiziosa, con la volontà anche di attribuirsi qualche primato. Proprio partendo da questa convinzione, si impone un’ulteriore riflessione sui rapporti con Milano: serve un’azione strategica che noi, in Università, avevamo già avviato. Molti elementi suggeriscono che questo tema oggi si può porre in modo nuovo: aree come Pavia avranno più opportunità perché, con l’esperienza della pandemia, si è capito che non è necessario stare ‘impilati’ nello stesso edificio per produrre conoscenze, commerci e scambi; lo smart working ci ha fatto ripensare a nuovi modelli di sviluppo. Restando a Pavia, sono in corso processi che riguardano in particolare l’area nord della città protesa verso Milano: penso al recupero delle aree Neca e Necchi, e all’importantissimo progetto del Campus della Salute con 17 aule di studio, una biblioteca con 5 chilometri di scaffali, un’area per la medicina simulata. Sarà fondamentale accelerare i tempi per il raddoppio della linea S13, rafforzando i collegamenti con Milano. Confindustria Pavia ha dato un segnale importante entrando in Assolombarda: una scelta coraggiosa, non facile, che si sta rivelando vincente. E’ la strada da seguire”.
Alessandro Repossi