I cardiochirurghi del Policlinico San Matteo di Pavia hanno impiantato, a cuore battente, una protesi valvolare polmonare innovativa (è costituita di “pericardio porcino” e si autoespande a 37 gradi con il calore del corpo) su una paziente, poco più che 50enne, affetta da ipertensione polmonare arteriosa idiopatica. E’ la prima volta al mondo che questa valvola viene utilizzata durante un intervento di doppio trapianto polmonare e impiantata in un’arteria polmonare gigante. L’ipertensione arteriosa polmonare è una patologia cronica che colpisce le arterie polmonari (i vasi che portano il sangue dal cuore ai polmoni). La parete di questi vasi si ispessisce progressivamente, causando aumento della resistenza e della pressione nella circolazione polmonare, comportando un sovraccarico di lavoro per il cuore. In questa paziente, l’ipertensione polmonare, ormai allo stadio terminale aveva provocato un’importante dilatazione dell’arteria polmonare sino a 8,5 centimetri (il valore normale oscilla tra i 2,5 e i 3 centimetri), con conseguente aneurisma polmonare gigante, un’insufficienza valvolare polmonare massiva ed una conseguente dilatazione e malfunzionamento del ventricolo destro. “La soluzione era il trapianto sia dei polmoni che del cuore – commenta Stefano Pelenghi, direttore dell’Unità di Cardiochirurgia del San Matteo, nella foto accanto alla paziente -. La paziente era da tempo in lista d’attesa per l’intervento, ma la rarità dei donatori e, soprattutto, l’ ancora più esigua disponibilità del blocco completo ‘cuore polmoni’ ci ha imposto di trovare soluzioni alternative, come, appunto, l’utilizzo di una protesi innovativa per i casi di malattie cardiache congenite complesse”. Per realizzare l’intervento è stato utilizzato un modello in 3D dell’area interessata, realizzato dal Laboratorio Clinico di Stampa 3D del Policlinico San Matteo, nato nel 2018 dalla collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Architettura dell’Università di Pavia. “Il caso ha voluto che questa protesi arrivasse in Policlinico quattro ore prima della segnalazione di un donatore compatibile disponibile, il cui cuore, purtroppo, non era idoneo alla donazione perché malfunzionante – racconta Pelenghi -. Da qui la decisione di procedere con il trapianto polmonare bilaterale, la plastica dell’arteria polmonare e l’impianto della valvola polmonare”. L’intervento, durato 12 ore, ha coinvolto 20 persone in sala operatoria: è stato eseguito da Stefano Pelenghi, coadiuvato da Cristiano Primiceri, chirurgo toracico; Pasquale Totaro, Giuseppe Silvaggio e Marta Sannito, cardiochirurghi. Il prelievo degli organi è stato eseguito da Carlo Pellegrini coadiuvato dalla Anna Celentano, entrambi cardiochirurghi. Le équipe erano formate dagli anestesisti Barbara Rossini, Mariachiara Riccardi e Mariangela Sottosanti; dai tecnici perfusionisti Diletta Grassi, Marica Forte, Francesco Doronzo coordinati da Antonella Degani; strumentisti e personale di sala Massimo Bergonzi, Rita Meraglia, Rosanna Feroleto, Carmela Farrugio, Silvano Cinieri, Giuseppe Cartafalsa coordinati da Cristina Mangiarotti. La paziente oggi sta bene ed è stata dimessa.