San Matteo: “Puntiamo su Neurologia, ma resta stroke unit con il Mondino”

L'incontro dei vertici del Policlinico di Pavia con i rappresentati della politica

La Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia punta anche sulla Neurologia per sviluppare ulteriormente le proprie attività in futuro: ma questa scelta, presente nel Piano organizzativo strategico dell’ospedale, non mette in discussione la stroke unit (dove vengono curate le persone colpite da ictus cerebrale) realizzata insieme alla Fondazione Mondino (l’istituto neurologico pavese). E’ quanto emerso dall’ incontro di oggi, venerdì 29 gennaio, tra i vertici del San Matteo e i principali rappresentanti della politica pavese: il sindaco del capoluogo, Mario Fabrizio Fracassi, il presidente della Provincia, Vittorio Poma, i parlamentari e i consiglieri regionali (nella foto Alessandro Venturi e Carlo Nicora, presidente e direttore generale del San Matteo, quarto e quinto in alto da sinistra, insieme agli esponenti politici).
“Siamo e saremo un’opportunità per il sistema sanitario pavese – ha dichiarato il presidente Alessandro Venturi -, perché il San Matteo rappresenta non solo un Policlinico che è profondamente innervato nella vita della città, ma anche un’istituzione plurisecolare che insiste su questo territorio da molti secoli. L’esperienza del Covid-19, vissuta durante questi mesi, ha proiettato il San Matteo in un panorama non solo nazionale ma anche internazionale quale è la sua giusta sede e la sua giusta collocazione”.
Durante l’incontro è stato ricordato che in Lombardia “il San Matteo è uno dei più importanti dipartimenti di emergenza e urgenza”, con “oltre 102.000 accessi in Pronto Soccorso, 35.765 ricoveri, di cui oltre il 44% di ricoveri ordinari in urgenza; è di fatto l’ospedale di riferimento non solo per la provincia di Pavia ma anche per il lodigiano e il basso milanese”.
“In questo contesto di eccellenza clinico-assistenziale – è sottolineato in una nota del San Matteo – si inserisce la realizzazione di un Dipartimento di Neuroscienze e di una Struttura di Neurologia, attualmente non presenti nel piano di organizzazione e, invece, presenti nelle strutture con cui si confronta: tra le pubbliche Niguarda e Policlinico di Milano, Civili di Brescia, Papa Giovanni XXIII di Bergamo e San Gerardo di Monza; tra le strutture private accreditate il San Raffaele di Milano e l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano”.
I vertici del San Matto affermano anche che l’accordo (siglato nel 2017) con il Mondino “per la gestione dello stroke di secondo livello, ha rappresentato, rappresenta e rappresenterà un’importante sinergia tra due grandi istituti di ricerca all’interno del territorio pavese. Non è mai stata messa in discussione sia l’operatività della convenzione che la sua durata di 12 anni”.

 

 

I PROGETTI FUTURI

 

Nel futuro del San Matteo ci saranno due inaugurazioni e anche grandi progetti strategici. In primis, a febbraio, l’inaugurazione della Radioterapia con i due acceleratori lineari, di cui uno nuovo installato nel 2020. Entro il mese di aprile si terrà l’inaugurazione dell’elisuperficie che garantirà h24 interventi urgenti e per le patologie tempo-dipendenti, potenziando altresì tutto l’ambito trapiantologico relativamente al trasporto di organi/tessuti, di équipes di prelievo, di pazienti candidati al trapianto per la Regione Lombardia. Il direttore generale Carlo Nicora ha poi illustrato i progetti strategici:

  1.  Il Transfer Technology Office congiunto dei quattro Istituti di Ricerca e Cura e Carattere Scientifico pubblici lombardi (Policlinico di Milano, Policlinico di Pavia, Istituto Nazionale dei Tumori e Istituto Neurologico Besta), che ha come obiettivo un sistema condiviso per l’individuazione delle progettualità che presentano maggiori chance di trasferimento tecnologico e lo si farà mediante la cooperazione tra le realtà già esistenti.2.  Il progetto SARA (Data Sharing System for Research Institutes); si tratta di un’infrastruttura digitale della Ricerca che consentirà di creare un nuovo portale della ricerca. Anche in questo caso, gli attori i quattro Istituti di Ricerca e Cura e Carattere Scientifico pubblici lombardi, con capofila il Policlinico San Matteo. Questo permetterà di sviluppare “l’ultimo miglio” con Human Technopole.        3. L’emergenza sanitaria rappresentata dall’epidemia da COVID-19 ha evidenziato la necessità di individuare Ospedali HUB altamente specializzati nella gestione delle Emergenze infettivologiche epidemiche e pandemiche. In tale contesto si inserisce il nuovo progetto volto a realizzare una struttura di eccellenza nazionale nel trattamento del ricovero prolungato di Pazienti affetti da gravi patologie altamente infettive, garantendo livelli di sicurezza biologica dei relativi Reparti di Degenza. La Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, in partnership con Eni, realizzerà un’Unità ad Alto Livello di Isolamento (HLIU) al terzo piano del padiglione 42 delle Malattie Infettive, che andrà ad integrare l’attuale offerta. Inoltre, nella medesima Struttura sarà ubicato anche il laboratorio di Virologia Molecolare. La realizzazione di questa Unità ad Alto Livello di Isolamento nel padiglione delle Malattie Infettive e lo spostamento del Laboratorio di Virologia permetterà di avere, in un unico edificio, l’intera filiera per affrontare le emergenze infettive.

    4.    Nuovo Ospedale. Si riparte da quanto già illustrato all’incontro con gli eletti del 13.12.2019, dove si erano avanzate proposte di sviluppo strategico per il San Matteo nel campo dell’assistenza e della ricerca. L’emergenza sanitaria ha sicuramente avvalorato ulteriormente la necessità, anche a fronte delle nuove opportunità di finanziamento, di lavorare alla proposta della costruzione di un secondo “nuovo Ospedale” e di una palazzina unica della ricerca.

 

LA RICERCA AL SAL MATTEO

 

Il Policlinico San Matteo di Pavia è stato il primo in Italia ad aver applicato la cosiddetta “Piramide della ricerca” con l’arruolamento di oltre 80 ricercatori; ha istituito l’Ufficio per il trasferimento tecnologico e implementata l’attività del “Grant Office” per una maggiore assistenza nella fase di presentazione dei progetti di ricerca nazionali ed europei.
“La ricerca è una delle tre anime del San Matteo ed è evidente la necessità di investire sempre di più in questo ambito per mantenere ed accrescere il ruolo nazionale ed internazionale nella ricerca finalizzata e corrente e, conseguentemente, sviluppare innovazione clinico-assistenziale e organizzativa e impiegare le innovazioni tecnologiche” come sostiene il direttore scientifico del Policlinico San Matteo, Giampaolo Merlini.
Nel 2020 sono stati 938 i lavori inviati al Ministero della Salute (il 54% in più rispetto al 2019) con un impact factor di 5812 punti (il 54% in più rispetto al 2019). Inoltre, nell’ambito dell’attività di ricerca sul coronavirus il San Matteo ha già pubblicato 282 lavori sul covid e sono in fase di attivazione 47 ricerche sia di laboratorio che cliniche: e questo è qualcosa di straordinario.
Tutto questo, ovviamente, non può prescindere dal ruolo del San Matteo quale ospedale di riferimento (HUB) e centro delle RETI organizzative e di patologia. Proprio nella prospettiva strategica di ridefinire il modello pavese della sanità del futuro, sia consolidando l’inscindibilità delle tre funzioni di assistenza, ricerca clinica e formazione, sia perseguendo una dimensione sempre più internazionale, che, a distanza di quasi 50 anni, il San Matteo e l’Università di Pavia hanno sottoscritto una nuova convenzione che “non solo un atto “formale”, volto a normare i rapporti tra le due grandi istituzioni pavesi, ma uno stimolo innovativo per l’assistenza, la formazione e la ricerca clinica, aspetti inscindibili della scienza medica di oggi” come lo ha definito il presidente Venturi.