“Sta a noi far sì che l’esperienza del dolore non sia vana e che il futuro delle nuove generazioni sia migliore del passato toccato in sorte alle nostre madri e ai nostri padri”. Ha concluso con queste parole il sindaco di Pavia, Mario Fabrizio Fracassi, il suo intervento in occasione della cerimonia per il “Giorno della Memoria” svoltasi oggi, mercoledì 27 gennaio, a Palazzo Mezzabarba.
“Preparando questo ‘Giorno della Memoria’ – ha sottolineato Fracassi -, mi sono affidato al ricordo di una giornata indelebile: il 3 febbraio 2020, quando la senatrice Liliana Segre, di fronte a centinaia di studenti pavesi riuniti al Teatro Fraschini, parlò dell’esperienza terrificante dei campi di concentramento. Ero certo che le sue parole avrebbero saputo esprimere il significato di questo giorno più di ogni riflessione di circostanza. Una sua frase, in particolare, è tornata prepotentemente alla mia memoria e la voglio condividere con voi: ‘Temo di vivere abbastanza per vedere cose che pensavo che la Storia avesse definitivamente bocciato’. È una considerazione terribile, che racchiude il valore della cerimonia di oggi: ricordare per non ripetere. Questo siamo chiamati a fare. In questi mesi, peraltro, coltivare la memoria assume un significato ulteriore: veicolare la certezza che le pagine oscure della Storia, per quanto odiose, per quanto difficili, possano essere superate con uno sforzo collettivo e che la vita, nonostante tutto, trovi sempre la sua strada, a dispetto delle brutture e dei lutti”. Il prefetto Rosalba Scialla ha successivamente consegnato le medaglie d’oro concesse dal Presidente della Repubblica alla memoria di due deportati pavesi nei lager nazisti: l’internato militare Agusto Pelle, classe 1923, e l’internato civile Giovanni Sacchi, classe 1903. Nella foto, da sinistra, il sindaco Mario Fabrizio Fracassi, Andrea Pelle (nipote di Augusto Pelle), Pietro Sacchi (figlio di Giovanni Sacchi) e il prefetto Rosalba Scialla.