Un aiuto concreto alle famiglie di Voghera (Pavia) che vivono una situazione di particolare difficoltà a causa della crisi. E’ stato questo l’obiettivo della “spesa sospesa” organizzata oggi, domenica 24 gennaio, da Coldiretti, in occasione del mercato di “Campagna Amica”.
E’ stato raccolto oltre un quintale e mezzo di cibo tra riso, patate, cipolle, mele, formaggi, farina da polenta, legumi, zucche e verdure varie. Tutti i clienti del mercato potevano fare la spesa normalmente, per poi depositare in un apposito banco i generi alimentari che intendevano donare alle persone più bisognose della città oltrepadana. «Avevamo già organizzato iniziative simili ai mercati di Pavia, ma per Voghera era la prima volta – spiega Giacomo Cavanna, presidente di Agrimercato, l’associazione degli agricoltori di Coldiretti Pavia che fanno vendita diretta –. Dobbiamo ringraziare i vogheresi per la loro grande solidarietà: tutti i generi alimentari raccolti stamattina sono stati donati al Banco Alimentare per aiutare le persone meno fortunate».
L’iniziativa è stata organizzata da Coldiretti Pavia sul modello dell’usanza campana del “caffè sospeso” (quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo). In questo caso si tratta però di generi alimentari Made in Italy, di qualità e a “km zero”, che gli agricoltori di “Campagna Amica Pavia” portano ogni settimana al mercato di piazza Duomo a Voghera (Pavia) e in tutti gli altri mercati attivi sul territorio provinciale.
«Con questa iniziativa – spiega Stefano Greppi, presidente di Coldiretti Pavia – abbiamo voluto dare un aiuto concreto a chi, in questo periodo drammatico segnato dalla pandemia di Coronavirus, si trova ancora più in difficoltà». “Sono infatti oltre 300 mila – ricorda Coldiretti – i poveri in Lombardia che con l’aggravarsi della situazione economica sono costretti a chiedere aiuto nelle mense o con la distribuzione di pacchi alimentari. Fra i nuovi poveri ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie. Persone e famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche”.