“L’Università di Pavia attua una politica, riguardo alle tasse d’iscrizione, tra le più favorevoli d’Italia, come ammette la stessa associazione che ha deciso di fare ricorso al Tar. Basti pensare che già a partire dall’anno accademico 2017/18, l’Università di Pavia ha adottato un sistema contributivo che prevede una ‘No-tax Area’ fino a 23mila euro di Isee. Questo significa che il 30% dei nostri studenti non paga nulla!”. A sottolinearlo è un comunicato diffuso questa mattina, venerdì 10 luglio, dall’Ateneo pavese, che replica alla recente sentenza del Tar del Lombardia che condanna l’Università restituire 4 milioni e 800mila euro agli studenti dopo un ricorso presentato dal Coordinamento per il Diritto allo Studio – UdU (Unione degli Universitari) di Pavia. La questione riguarda le tasse richieste dall’Ateneo nel 2013 che, secondo i rappresentanti degli studenti, non rispettavano il limite imposto dalla legge.
“Per capire quale sia l’entità dell’impegno dell’Università di Pavia – prosegue la nota dell’Ateneo -, è utile il confronto con il dato nazionale. Infatti, solo in questi giorni il Governo, per venire incontro alle famiglie, ha inserito nel ‘Decreto Rilancio’ una ‘No-tax Area’, per il prossimo anno accademico, fino a 20mila euro di Isee. Cioè, nell’anno terribile del Covid, è stata stabilita una esenzione dalle tasse universitarie che è ancora inferiore a quella che da anni è attuata dall’Università di Pavia. Contestualmente all’adozione della “No-tax Area” fino a 23.000 euro di Isee, l’Università di Pavia si è fatta promotrice di numerose altre azioni finalizzate a calmierare la contribuzione universitaria, in modo da sostenere categorie di studenti (es. la cosiddetta “area protetta”) anche quando in possesso di un Isee superiore”.
“Ora – afferma il rettore Francesco Svelto (nella foto, ndr) – a causa di una legge che il Tar della Lombardia ha esplicitamente qualificato come ambigua, ci ritroviamo paradossalmente unici sotto giudizio pur essendoci un ampio numero di Atenei che hanno tasse ben più elevate delle nostre. Va poi detto che i 5 milioni di euro che dovremo mettere a disposizione sono una cifra assai considerevole per un Ateneo come il nostro: basti pensare che corrispondono all’assunzione di 100 ricercatori o sono più di quanto è necessario per sostenere un anno del sistema dei Collegi pavesi, e così via. Spiace poi che alcuni studenti condannino il proprio Ateneo e gli altri studenti a una situazione di maggiore difficoltà. In questo modo, si appesantiscono gli oneri, ma non si equilibra il sistema.”