Ci ha scelti prima, anzi ci ha scelti da “principio”. Da quel “principio” che è inizio di tutto: e non solo cronologicamente. Ci ha scelti prima di vedere il colore dei nostri occhi. Prima di sentire il timbro della nostra voce. Prima di sentirsi chiamare papà (o mamma). Spiegava Benedetto XVI: «Da sempre siamo nel suo disegno, nel suo pensiero. Con il profeta Geremia possiamo affermare anche noi che prima di formarci nel grembo della nostra madre Lui ci ha già conosciuti (cfr Ger 1,5); e conoscendoci ci ha amati». Prima. Ci ha scelto perché ci ha amato. Come non avere la pelle d’oca pronunciando quel “prima”? Soprattutto se lo sfondo di quel prima sono le parole del salmo 8: «che cosa è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi?». Pensati, voluti e amati… prima. Questo il senso della nostra vita. È grande Maria di Nazareth perché ha saputo cogliere il «il mistero della sua volontà». Mysterion, Mistero: cioè – è ancora Benedetto XVI – non ciò che non conosciamo, «ma piuttosto la volontà misericordiosa di Dio, il suo disegno di amore che in Gesù Cristo si è rivelato pienamente». Guardare oggi a Maria diventa allora riscoprire il disegno di un amore che tutti ci avvolge. Fin dall’inizio. Anzi prima. Qui allora mi sembra stia il segreto della festa di oggi: Immacolata. Cioè amata da sempre. E in quel sempre c’è la vocazione dell’uomo. Di ogni uomo. Di ogni donna. Di Maria e la mia. Siamo stati scelti. Siamo stati amati. Siamo stati riempiti di grazia. E tutto questo prima. E in definitiva solo perché il Padre ci ha trovati belli. «E Dio vide che era molto bello». Concludeva, proprio commentando la Lettera agli Efesini, San Giovanni Crisostomo: «Dio stesso ci ha resi santi, ma noi siamo chiamati a rimanere santi. Santo è colui che vive nella fede» (Omelie sulla Lettera agli Efesini, 1,1,4). Immacolata: amata. Santa. Bella. Vergine di Nazareth, Maria Immacolata aiutaci a scoprire e a vivere la nostra vocazione. A essere ciò che siamo. Immacolati. Santi. Belli. Perché «Ogni scarrafone è bello a mamma soja». Perché è l’amore di chi ci ama a farci belli.
Don Michele Mosa