Il potenziamento degli alloggi per gli studenti fuori sede e la realizzazione di nuove strutture di edilizia universitaria costituiscono uno degli obiettivi strategici per il Ministero dell’Università e Ricerca, anche attraverso lo stanziamento di specifiche risorse nell’ambito del Pnrr. Oggi, mercoledì 17 maggio, nel corso del Forum PA svoltosi al Palazzo dei Congressi di Roma si è tenuto l’incontro “Housing universitario. Forme di agevolazione per studenti e sperimentazioni innovative”, organizzato da MUR (Ministero dell’Università e della Ricerca) e dalla Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI), a cui ha partecipato il rettore dell’Università di Pavia, Francesco Svelto (nella foto, ndr), in veste anche di delegato CRUI per l’Housing universitario Pnrr. L’obbiettivo, che è stato il focus dell’incontro, è quello di garantire il più ampio accesso alle strutture abitative e promuovere un effettivo diritto allo studio, riducendo un importante fattore di divario sociale.
“L’Università di Pavia – ha detto il rettore Svelto – oggi accoglie, grazie alla tradizione legata ai Collegi, più di 2.500 studenti. Attualmente in Italia ci sono circa 54.000 posti in residenze pubbliche o simili e un po’ più di 10.000 gestiti da privati. Questo a fronte di circa 500.000 studenti fuori sede. Un divario importante soprattutto se confrontiamo la situazione italiana con quella europea. L’Inghilterra mette a disposizione più di 780.000 posti letto, la Francia 370.000, la Germania 314.000. In questa prospettiva, molto positivo è lo stanziamento previsto dal Pnrr di 1 miliardo per la realizzazione di nuove residenze. Proprio in questi giorni, sarà reso pubblico un bando per manifestare interesse a partecipare. Oggetto è la messa a disposizione di alloggi per studenti che dovranno essere disponibili entro il giugno del 2026. Il numero obiettivo del Pnrr è pari a 52.500 ed è sfidante. È noto che nella grande disponibilità di residenze che si ha in altri Paesi europei un ruolo importante è stato svolto dagli investitori privati. Credo dunque che si debba lavorare a una grande alleanza per la residenzialità universitaria dove Governo, amministrazioni locali, Università, enti per il diritto allo studio, associazioni e investitori privati, nella diversità dei loro ruoli, operino per rendere effettivo il diritto a vivere in un luogo in cui ogni studente meritevole possa raggiungere facilmente la propria Università”.