“Gianni Brera ha conservato per tutta la vita un rapporto profondo con il Pavese, in cui è nato e cresciuto, e anche con l’Università di Pavia, dove si è laureato in Scienze Politiche”. La docente Renata Crotti, presidente del Comitato Brera100, ha sottolineato lo stretto legame di Gianni Brera con la sua terra d’origine, a partire da San Zenone al Po (Pavia), il paese dove è nato, in apertura dell’incontro svoltosi oggi, lunedì 19 dicembre, nel Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria nel trentennale della morte del grande scrittore e giornalista. Una giornata di ricordi e commemorazioni iniziata a tavola, il luogo preferito da Brera per incontrare gli amici più cari, proprio a San Zenone al Po (Pavia), al centro sociale San Luigi dove si è svolta la tradizionale “Pacciada breriana”, tornata dopo 3 anni di assenza causa pandemia.
Nel pomeriggio è poi seguito l’evento in Università, sul tema “Brera immortale, idee a confronto”. Angelo Stella, docente dell’Ateneo pavese e grande amico di Brera ha sottolineato “il suo amore per i ‘principi della zolla’, i campioni che arrivavano dalla terra e da vite di sacrificio e impegno”. Claudio Rinaldi, direttore della “Gazzetta di Parma”, uno dei biografi di Brera, ha parlato della prossima uscita di un libro che raccoglierà gli articoli dal grande giornalista per “La Repubblica” ed “Epoca” in occasione del mondiale di calcio vinto dall’Italia di Spagna nel 1982. Andrea Maietti, un altro “narratore breriano”, ha raccontato la sua amicizia personale con Brera nata, manco a dirlo, a tavola. Nicola Roggero, di Sky sport, ha elogiato “la straordinaria capacità di Brera di raccontare l’atletica leggera”. Una dote che gli è stata riconosciuta anche da Eddy Ottoz, bronzo alle Olimpiadi di Messico 1968 e due volte campione europeo nei 110 ostacoli: “Brera aveva una conoscenza precisa della geometria del gesto atletico e dell’influenza del carattere di un atleta sulle sue prestazioni”.