Si è aperto, con l’evento svoltosi la sera di venerdì 21 ottobre al Collegio S. Caterina, il decimo ciclo della “Scuola di Cittadinanza e Partecipazione” della Diocesi di Pavia. Il tema del confronto (che sarà il filo conduttore degli incontri di questa stagione) è stato “Dai sussidi alla sussidiarietà. Come rispondere in modo sussidiario ai bisogni della città”. Nel corso della serata sono intervenuti Mons. Corrado Sanguineti, Vescovo di Pavia, Mons. Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara, Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, ed hanno raccontato la loro esperienza Pier Francesco Damiani, a nome della rete pavese “Il Grup”, e Silvia e Massimo Zanotti, dell’housing “La casa di via dei Liguri”.
SUL PROSSIMO NUMERO DE “IL TICINO”, NELLE PARROCCHIE DELLA DIOCESI DI PAVIA E NELLE EDICOLE DI TUTTA LA PROVINCIA DA VENERDI’ 28 OTTOBRE, TROVERETE UN SERVIZIO DEDICATO ALL’APERTURA DEL NUOVO CICLO DELLA SCUOLA DI CITTADINANZA E PARTECIPAZIONE.
ECCO, DI SEGUITO, L’INTERVENTO DEL VESCOVO DI PAVIA, MONS. CORRADO SANGUINETI:
Carissimi amici,
Siamo giunti al Decimo Ciclo della “Scuola di cittadinanza e partecipazione”, promossa dal Servizio per la Pastorale Sociale e del Lavoro, guidato da Don Franco Tassone, Direttore dell’area “Carità e Missione” e dal vicedirettore professor Emanuele Cusa, con il coinvolgimento di varie realtà ecclesiali e sociali, e dal “Laboratorio di Nazaret”. A tutti gli organizzatori di questa bella iniziativa rinnovo il mio ringraziamento per l’impegno e la passione con cui ogni anno cercano di offrire un percorso di riflessione e di testimonianze di buine pratiche in atto, così come saluto e ringrazio i nostri relatori che sono con noi questa sera e il Collegio Santa Caterina, nella persona della sua rettrice la prof. Giovanna Torre, per l’ospitalità che ogni anno ci offrono. (…) Mi sta a cuore richiamare il senso del tema e del percorso di questo anno che intende provare a mostrare come una reale sussidiarietà che trova spazio e valorizzazione anche da parte di chi ha responsabilità politiche e amministrative sia una grande risorsa per rispondere ai bisogni della città: in questo caso, pensiamo alla nostra città di Pavia. Sullo sfondo teniamo presente il momento complesso, carico di sfide e d’interrogativi, che stiamo vivendo in Italia, in Europa e nel mondo: uscita dalla pandemia, guerra in Ucraina accanto a tanti conflitti dimenticati, crisi energetica, aumento delle materie prime, prospettive di recessione con forti ricadute nella vita concreta delle persone, delle famiglie e dei soggetti più fragili e con il rischio che si allarghi la fascia della popolazione che vive in stato di povertà e di disagio.
Ora, è evidente che il presente e il futuro della nostra città, come della società di cui siamo parte, vedano coinvolta la comunità cristiana, anche nella persona del suo vescovo: essa, nelle sue differenti articolazioni (parrocchie, oratori, associazioni e movimenti ecclesiali, forme di carità, di volontariato e di servizio, opere educative e sociali) rappresenta una realtà vivente, che fa parte del tessuto umano della città e del suo territorio. Appartiene inoltre alla natura della Chiesa, come espressione visibile e storica dell’avvenimento cristiano, l’essere lei stessa, in certo modo, una forza sociale, un fattore che dovrebbe aiutare e sostenere l’esperienza di una socialità buona, di quell’amicizia sociale, di cui parla ampiamente l’enciclica di Francesco Fratelli tutti.
Ci sono stati tempi in cui la Chiesa ha assunto una rilevanza anche sul piano temporale e politico, ovviamente con conflitti e commistioni di potere che spesso non hanno giovato alla sua missione, e addirittura in certi passaggi storici particolarmente travagliati – pensiamo al periodo successivo al crollo dell’impero romano, a tratti dell’epoca medioevale e, in tempi più recenti, nel periodo drammatico dell’ultimo conflitto mondiale – ci sono stati vescovi che hanno assunto il compito di diventare defensor civitatis, cercando di difendere e di garantire la libertà e l’incolumità di città con i loro abitanti.
Nell’attuale società multiculturale e pluralistica, caratterizzata da tratti condivisi di laicità, la Chiesa è chiamata a vivere la sua missione e la sua presenza, collaborando con tutti per il bene comune e realizzando, soprattutto attraverso la responsabilità e la libera iniziativa dei fedeli laici, varie forme di servizi, d’imprese, profit e non profit, di attività socio-economiche, di opere che hanno una ricaduta positiva, attivano risorse umane, creano lavoro e relazioni, sostengono la vita delle famiglie, rispondono a bisogni del territorio, si fanno carico di persone più fragili, che rischiano di restare ai margini della società.
Da questo punto di vista, la comunità cristiana, il popolo cristiano è un soggetto vivente, insieme con altri soggetti che operano nel tessuto sociale, economico e culturale, che mostra in modo efficace il valore e la risorsa immensa della sussidiarietà, della libera e creativa intrapresa umana, che lo Stato, nelle suoi differenti livelli di organizzazione, è chiamato a riconoscere e a promuovere: una nazione o una comunità di nazioni, come la comunità europea, nella quale le libere e multiformi espressioni dei corpi intermedi e delle differenti soggettività personali e sociali trovano spazio e sostegno sa far tesoro di queste risorse e di queste realtà che, oltre a creare benessere e ricchezza, favoriscono la crescita di una società più viva, più resiliente nei tempi di prova, più ricca di relazioni, di scambi, di creatività, più capace di contrastare un clima umano tristemente segnato da individualismo, da apatia, da chiusure che soffocano la vita e il cuore delle persone.
È con questo cuore, è con questo sguardo che, come Chiesa di Pavia, vogliamo dare il nostro contributo, anche di riflessione e di testimonianza, nel percorso della Scuola di cittadinanza e di partecipazione di questo anno 2022-2023, iniziando questa sera a mettere a fuoco il valore positivo che assume la sussidiarietà come strada per rispondere meglio ai bisogni della città e della società. (…)
Mons. Corrado Sanguineti (Vescovo di Pavia)