“L’Italia è un Paese di grandi scuole e grandi intellettuali, in qualsiasi ambito scientifico e culturale: da noi sono stati condotti studi che non hanno pari al mondo. Però il nostro è anche un Paese sempre in bilico tra competenze e superstizione: siamo anche il Paese di stamina, dei Di Bella, del rifiuto ideologico degli Ogm che invece, se utilizzati bene, eviterebbero di inondare di fitofarmaci le nostre campagne”. Lo ha dichiarato oggi, sabato 21 maggio, a Pavia, nell’Aula Magna del Collegio Ghislieri, Elena Cattaneo, scienziata e senatrice a vita, nella sua “lectio magistralis” che ha inaugurato il “Festival del Merito” organizzato dallo storico Collegio universitario pavese fondato oltre 450 anni anni fa da Papa Pio V. Ad aprire l’incontro è stato Alessandro Maranesi, rettore del Ghislieri.
“Spesso mi viene la rabbia – ha sottolineato Elena Cattaneo (nella foto durante il suo intervento accanto al rettore Maranesi) – perchè vedo che in ambito politico l’Italia tante volte disconosce le competenze e le eccellenze. Continuiamo ad essere il Paese più restrittivo sulle sperimentazioni animali, dimenticandoci che è grazie a questi studi che abbiamo prodotto i vaccini che oggi ci consentono di tornare a vivere”.
La senatrice a vita ha citato gli esempi di Rita Levi Montalcini e Katalin Karikò (la scienziata ungherese che ha sviluppato le ricerche sull’ RNA dal quale sono derivati anche i vaccini anti-Covid) per sottolineare che “il merito è anche una questione di moralità, che deve contemplare anche la libertà e le pari opportunità. Il momento più bello e importante per ogni ricercatore è quello in cui può condividere i risultati delle sue conoscenze con tutte le altre persone”.
Elena Cattaneo ha anche messo in guardia contro i continui rischi ai quali ogni giorno va incontro la libertà di studio e di ricerche: “Nel 2021, secondo quanto è stato rilevato nel ‘Rapport Scholars at Risk’, si sono registrati 341 attacchi alle comunità accademiche in 58 Paesi del mondo. Ricordiamoci sempre le vicende di Giulio Regeni, che ha pagato con la vita la sua passione e la sua voglia di agire per un interesse pubblico, e di Patrick Zaky. La libertà, anche negli studi e nella scienza, è uno stato di allerta continua”.