E’ stato consegnato oggi pomeriggio, giovedì 12 maggio, a Ferruccio de Bortoli il “Premio Burgio – Dalla Parte dei Bambini”, riconoscimento nato su iniziativa della Scuola pediatrica pavese, insieme all’Università e alla Fondazione Policlinico San Matteo, per ricordare le opere e gli insegnamenti del professor Giuseppe Roberto Burgio, uno dei maestri della moderna pediatria. L’ex direttore del “Corriere della Sera” è stato premiato nella sua veste di presidente dell’associazione Vidas, per l’impegno profuso a favore delle cure palliative pediatriche. La cerimonia si è svolta nell’Aula Magna dell’Ateneo di Pavia. Vidas è una realtà che dal 1982 opera per portare un aiuto concreto ai malati che necessitano di cure palliative. Nella primavera del 2019 è stata inaugurata a Milano la “Casa Sollievo Bimbi”, primo hospice pediatrico della Lombardia, un luogo in cui i piccoli pazienti in fine vita possono essere seguiti con attenzione e riguardo insieme alle loro famiglie. L’ obiettivo dell’associazione, con il lavoro quotidiano di tanti dipendenti e volontari, è garantire sempre il rispetto della dignità di ogni malato. Oltre agli hospice Casa Vidas e Casa Sollievo Bimbi, sono quasi duemila, infatti, i pazienti terminali seguiti a domicilio, con reperibilità garantita 365 giorni all’anno, 24 ore su 24.
“Sono onorato di ricevere un riconoscimento in memoria di un luminare e un grande pediatra come è stato il professor Burgio – ha sottolineato de Bortoli -. In realtà il premio non va a me ma a Vidas, come organizzazione di volontariato che, grazie al contributo quotidiano di medici, infermieri e di tantissime persone, si impegna ogni giorno per garantire la dignità dei pazienti quando non hanno più speranze di vita. E’ un riconoscimento che va anche alla memoria di Giovanna Cavazzoni, una donna straordinaria grazie alla quale è nata questa realtà. Da un osservatorio come Vidas si può cercare di trasmettere un po’ di speranza alla nostra società”. “Forse svolgo questa opera di volontariato – ha aggiunto de Bortoli – per espiare qualche peccato commesso da direttore, soprattutto per non avere compreso fino in fondo l’importanza di raccontare cos’è il metodo scientifico. Durante la pandemia mi è dispiaciuto vedere certi nostri politici aggrapparsi alla scienza per non assumersi le loro responsabilità”.