La Mensa del Fratello alla comunità di San Mauro della parrocchia del Ss. Salvatore e la Mensa del Povero vicino alla chiesa dei frati di Canepanova (nella foto, ndr) sono due punti di riferimento per la città di Pavia. Da anni sono vicino a chi ha bisogno, alle situazioni di disagio che, oltretutto, con la pandemia e con la più recente emergenza conseguente alla guerra in Ucraina, si sono acuite. Anche per il periodo pasquale, come era stato fatto per Natale, il consiglio di amministrazione di Asm Pavia ha voluto sostenere l’attività delle due mense pavesi elargendo un contributo che possa essere di aiuto nell’offerta del servizio rivolto alle persone più fragili. Le Mense sono luoghi di incontro e di accoglienza; ogni giorno servono centinaia di pasti caldi a persone che hanno storie diverse, giovani e anziani, italiani e cittadini stranieri. Sono storie di fragilità; c’è chi ha perso il lavoro, chi sta vivendo un momento di difficoltà. Spesso le Mense diventato anche luogo di dialogo e di conoscenza e sono quindi anche un sostegno sociale. Don Franco Tassone, parroco del Ss. Salvatore, afferma: “L’attenzione e la sensibilità concretamente già manifestata ci ha permesso di realizzare azioni per creare una comunità di uomini e donne aperta a chi ha, oggi più che mai, esigenze primarie per vivere la propria storia con dignità e rispetto di se stesso. Grazie al calore e alla generosità di molti è possibile alleviare la ‘miseria’ se non in tutti i contesti almeno sulla tavola. Sono ben evidenti i numeri delle persone che grazie alla generosità di molti siamo stati in grado di aiutare. Grazie alla disponibilità dei volontari che dedicano il proprio tempo al servizio del fratello partecipando alle attività della parrocchia. A volte ci sentiamo in difficoltà di fronte a questa richiesta di aiuto sempre più pressante. Ma non possiamo per questo motivo non ascoltare il bisogno di chi ci sta accanto.” Aggiunge Fra Enrico Mascotto, dei frati di Canepanova: ” Il tempo di pandemia che stiamo ancora vivendo ha visto crescere il numero di coloro che ogni giorno si rivolgono a noi non tanto e solo per avere un pasto caldo ma un luogo dove sentirsi accolti, ascoltati e sostenuti economicamente nelle molteplici spese domestiche. Ogni giorno diamo circa 100, 130 sacchetti con un pasto caldo. Iniziamo alle 8.30 del mattino. La gran parte del bisognosi è formata da chi non ha una casa e spesso dorme presso le strutture della Caritas o al dormitorio comunale; ma vi è una parte formata anche da persone che hanno una dimora ma non dispongono dei servizi essenziali come il riscaldamento e vivono in una situazione di indigenza”.