La provincia di Pavia si mobilita per accogliere i profughi ucraini in fuga dalla guerra. Tre famiglie sono già arrivate in Oltrepò Pavese, ma se ne attendono molte altre nei prossimi giorni. Il prefetto Paola Mannella (nella foto, ndr) ha presieduto una riunione ristretta del Consiglio Territoriale dell’Immigrazione, con l’obiettivo di predisporre le misure di prima accoglienza. All’incontro hanno partecipato il presidente della Provincia, i sindaci di Pavia, Vigevano e Voghera, i vertici delle Forze di Polizia, il direttore dell’Ufficio Territoriale Regionale di Pavia e Lodi, i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, il direttore socio-sanitario dell’Ats e dell’Asst di Pavia, i responsabili ufficio di piano Ambito Distrettuale Alto e Basso Pavese e Ambito Distrettuale di Broni e Casteggio, i direttori della Caritas di Pavia, Vigevano e Voghera e i presidenti della Cooperativa Finis Terrae e del Comitato Provinciale Unicef di Pavia.
Nel corso dell’incontro, il prefetto ha chiesto ai sindaci presenti di “svolgere un coordinamento attivo delle associazioni del terzo settore per reperire strutture dedicate a nuclei familiari di profughi ucraini”. Si prevede, infatti, prevalentemente, l’arrivo di famiglie, ed in particolare di donne e bambini, piuttosto che di persone singole. Analoga richiesta è stata inviata anche a tutti gli altri sindaci del territorio, allertati con un’apposita circolare.
In provincia di Pavia sono residenti circa 4.400 cittadini ucraini che, presumibilmente, richiameranno i familiari in fuga. “E’ stata prevista una forma di accoglienza diffusa – si sottolinea in un comunicato della Prefettura -, reperendo posti anche nelle strutture destinate ai richiedenti asilo, già attive sul territorio.
Le strutture sanitarie e di protezione civile sono state allertate in vista del prossimo coinvolgimento nelle attività di accoglienza”.
Il prefetto Mannella, nel corso della riunione, ha evidenziato “la generosità e le manifestazioni di solidarietà della comunità pavese: tante, infatti, sono state le telefonate dei cittadini che si sono resi disponibili a fornire beni di prima necessità e ogni possibile forma di aiuto e sostegno ai cittadini ucraini in fuga dalle zone di guerra”.