La Sacra Scrittura di domenica 27 febbraio

Il commento di don Michele Mosa. «Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?»

Battaglia persa in partenza tuttavia nessuno può evitare di combatterla. Puoi fare come il cavaliere Antonius Block del celebre film di Ingmar Bergman “Il settimo sigillo” e sfidarla a scacchi: partita che mai vincerai. Inutile agonia? Qualcuno direbbe sì. «La morte – scriveva Giuseppe Ungaretti – si sconta vivendo». No, la vita non è una punizione per i sopravvissuti. E nemmeno una dolorosa malattia che solo la morte può guarire. È vero – come ci ricorda Paolo – che possiede un pungiglione velenoso ma noi conosciamo il medico e l’antidoto: dal peccato che ci mette all’angolo siamo liberati da Cristo Gesù, dalla sua misericordia. La sua morte, la sua croce sono la nostra arma vincente. Vale davvero, e solo in questo caso, l’antico detto da alcuni attribuito ai gladiatori: “Mors tua, vita mea”. Non è allora una battaglia persa anche se certo il duello con lei è il più difficile e imprevedibile. Si combatte con armi che spesso sceglie l’avversario. Chi non la teme? Chi la sfida a cuor leggero e senza alcun timore? Potreste citarmi il celebre aforisma di Epicuro ma non mi convincerete: è solo, ripeto solo, un modo per non affrontare il problema. È una “cura palliativa”: allevia il dolore ma non guarisce. Al veleno della morte si risponde uccidendo la morte stessa. «Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello: il Signore della vita era morto, ma ora, vivo, trionfa!», cantiamo a Pasqua. Ecco il fulcro della questione, il cuore della nostra fede in Cristo: la Pasqua. La Morte in croce del Figlio di Dio e la risurrezione del Crocifisso. «Scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani» – dirà Paolo. La morte non è questione da discutere ma lotta da vincere. E la vince solo se prendi la medicina della misericordia e del perdono. Solo se come il ladrone ti affidi a Colui che muore accanto a te: «Ricordati di me». «Oggi…con me… in Paradiso». «Siano rese grazie a Dio». Celebriamo con oggi l’Eucaristia: è il pegno della vita eterna. È la sconfitta della morte. In essa ho già vinto la morte. La mia morte.

 

Don Michele Mosa