“Arresti Cardiaci e Covid-19”, lo studio condotto dal Policlinico San Matteo di Pavia e pubblicato su “The new England Journal of Medicine”, una delle riviste mediche più prestigiose al mondo, è stato selezionato tra i migliori contributi pervenuti per l’iniziativa “Paladini Italiani della Salute”, un progetto editoriale che racchiude nelle sue pagine ricerche di studiosi italiani che operano in Italia o nel mondo. La candidatura è stata avanzata dal ricercatore Enrico Baldi, cardiologo elettrofisiologo del San Matteo e dottorando di ricerca presso l’Università di Pavia con un progetto sulle strategie per l’identificazione dei soggetti a rischio di arresto cardiaco extra-ospedaliero (OHCA) e per il miglioramento della loro gestione. Il lavoro è stato valutato da un Comitato Scientifico, presieduto dal professor Walter Ricciardi e composto da personalità di spicco della ricerca medica italiana. Nelle scorse settimane è arrivata la comunicazione dell’accettazione della candidatura mentre la presentazione del volume, contenente tutti i lavori selezionati, si terrà in ottobre a Roma. L’articolo proposto dal dottor Enrico Baldi è il frutto di un lavoro condotto da ricercatori e clinici del Policlinico San Matteo, tra cui lo stesso Baldi – primo firmatario del lavoro – e da Simone Savastano, cardiologo del San Matteo e principal investigator Registro degli arresti cardiaci extraospedalieri della Regione Lombardia. In Lombardia, infatti, da cinque anni, esiste un Registro degli arresti cardiaci (LombardiaCARe), coordinato proprio dalla Cardiologia del Policlinico di Pavia.Lo studio partiva da qui, con un’analisi dei dati relativi alla zona sud: Pavia, Lodi, Cremona e Mantova. In particolare, sono stati confrontati gli arresti cardiaci extraospedalieri avvenuti in queste quattro province durante i primi 40 giorni dell’epidemia di Covid-19 (dal 21 febbraio al 31 marzo 2020) con quelli verificatisi durante lo stesso periodo dell’anno precedente. Gli aumenti di arresti cardiaci sono stati considerevoli: 362 i casi di arresto cardiaco verificatisi al di fuori dell’ospedale contro i 229 del 2019; il 58 per cento in più per tutto il territorio analizzato, ancora più drammatico per le zone più colpite dalla pandemia, ovvero Lodi (+187%) e Cremona (+143%). Ma non solo. Il Covid-19 giocava un ruolo importante. Da un’ulteriore analisi dei dati era emerso che 103 persone colpite da arresto cardiaco (il 75 per cento circa della differenza tra i due anni), nei giorni precedenti, aveva manifestato sintomi sospetti per Covid-19, come febbre, tosse, dispnea, oppure, aveva già una diagnosi accertata.