“Pavia può e deve riguadagnare il terreno perso e darsi un nuovo slancio per tornare ad essere competitiva e attrattiva per imprese e investimenti. Oggi abbiamo l’occasione di ridisegnare il ruolo di questo territorio, all’interno della nuova geografia economica che si andrà delineando nel dopo la pandemia. Va in questa direzione il nostro contributo programmatico per il rilancio, che richiede una condivisione di obiettivi chiari e di impegni precisi da parte di tutte le istituzioni e gli attori del territorio”. Lo ha dichiarato oggi, giovedì 3 dicembre, Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, intervenendo all’evento “Pavia verso il futuro”, in diretta streaming su “Genio & Impresa”, webmagazine dell’Associazione. L’incontro è stato l’occasione per presentare il “Piano Strategico di Pavia”, elaborato da Assolombarda per tracciare una visione del futuro sviluppo pavese, promuovere l’attrattività del territorio e rilanciare l’economia, attraverso proposte condivise da realizzare in partnership pubblico-privato.
“Ripartiamo dai punti di forza del territorio, tra tutti uno è sicuramente l’Università – ha aggiunto Spada -. Infatti, malgrado la pandemia abbia trasformato la modalità di offerta e di fruizione della didattica, l’apertura internazionale degli atenei lombardi è cresciuta, registrando un aumento delle immatricolazioni del +2% (+3% per gli studenti internazionali) e delle iscrizioni complessive del +8% (+10% studenti internazionali). Pavia si conferma, dunque, città universitaria con oltre 23mila studenti (il 32% della popolazione), di cui 2mila internazionali. Sostenere l’università di Pavia, come ecosistema capace di favorire innovazione, creazione di valore e trasferimento tecnologico, significa quindi promuovere il contributo decisivo che può dare alla creazione di nuova impresa e allo sviluppo territoriale”.
Il Covid-19 ha impresso uno shock senza precedenti sull’economia pavese, così come in Lombardia e in Italia. Sul fronte degli scambi con l’estero, ha spiegato Valeria Negri, direttore del Centro Studi di Assolombarda, le imprese locali hanno perso, nei primi sei mesi del 2020, 236 milioni di euro di fatturato, pari a un calo del -11,9% rispetto allo stesso periodo del 2019 (contro una media lombarda del -15,3%). La performance del territorio, migliore rispetto alla media regionale, è legata alla presenza nel pavese di settori essenziali, come farmaceutica (+16,4%) e alimentare (+15,8%) che crescono a doppia cifra. A subire pesanti contraccolpi sono stati i metalli (-28,4% di esportazioni) e la meccanica (-26,8%), così come la calzatura (-17,9%) e la chimica (-7,0%).
“Proprio date queste premesse, avvertiamo l’urgenza e la responsabilità della nostra chiamata a condividere un piano strategico – ha sottolineato Nicola de Cardenas, nella foto, presidente della sede di Pavia di Assolombarda – rivolta a tutte le componenti istituzionali, economiche e sociali pavesi. Industria e lavoro sono due valori preziosi da cui ripartire per guardare avanti. A Pavia l’industria costituisce il 23% del valore aggiunto: siamo una terra di manifattura e di imprese, di lavoro e ingegno, un tessuto composto da importanti filiere e terra di innovazione. E sebbene il Covid abbia aggravato una situazione che nel nostro territorio era già complessa, il tessuto produttivo pavese è riuscito a sopportare meglio di altri gli effetti della crisi pandemica. Merito della resilienza delle nostre imprese”.
Il PIL pavese è previsto in flessione del -9,2% nel 2020, un calo meno intenso rispetto al -10,2% regionale. Il rimbalzo del 2021 è atteso del +6,2%, così da limitare al -3,6% la perdita cumulata del PIL pavese a fine 2021 rispetto al 2019. Questo gap è leggermente più contenuto rispetto a quello della Lombardia (-4,1%), in quanto Pavia beneficia della più vivace ripartenza del manifatturiero che costituisce una vocazione distintiva del territorio. A permanere, come elemento di forte rischio per il quadro economico, rimangono gli impatti dell’aggravarsi della pandemia a livello globale.