Nei mesi scorsi, durante la fase più acuta della pandemia da Coronavirus, è stato curato al Policlinico San Matteo di Pavia un giovane paziente di 16 anni affetto da una forma di miocardite provocata dal Covid-19. Un caso clinico importante, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “The Lancet”.
“Una volta arrivato in ospedale i suoi segni vitali erano normali, a parte la temperatura, aumentata fino a 38,5°C; anche l’auscultazione del torace era nei limiti e il ragazzo non presentava sintomi respiratori – spiega Massimiliano Gnecchi, cardiologo dell’unità coronarica e responsabile del laboratorio di Cardiologia sperimentale del San Matteo e professore dell’Università di Pavia, che per primo ha valutato il paziente -. L’ elettrocardiogramma segnalava invece un danno cardiaco. Il paziente è stato trasferito in Unità Coronarica con sospetta diagnosi di miocardite acuta. Il dolore del paziente è gradualmente migliorato fino a scomparire dopo le terapie. I test virologici ed immunologici eseguiti per escludere le cause più frequenti di miocardite sono stati tutti negativi, ma un tampone nasofaringeo per SARS-CoV-2 è risultato positivo. Si è quindi iniziata una terapia con idrossiclorochina e antivirale. I marcatori infiammatori sono tornati alla normalità e le anomalie all’elettrocardiogramma sono regredite. L’esecuzione di una risonanza magnetica ha confermato definitivamente la diagnosi di miocardite”.
Il dodicesimo giorno di ricovero, dopo due test del tampone negativi ed in assenza di altri sintomi, il paziente è stato dimesso. Il caso ha visto la collaborazione, oltre che dell’Unità Coronarica e della Cardiologia, anche del Pronto Soccorso, delle Malattie Infettive, del Laboratorio di Virologia e della Radiologia del San Matteo. I medici che hanno seguito il caso, sottolineano che “gli aspetti singolari ed importanti sono due: il primo è che questo paziente non ha mai avuto sintomi o segni, ad eccezione della febbre, riferibili a Covid-19. Niente tosse, niente difficoltà respiratorie, niente perdita di gusto e olfatto, niente diarrea. Questo ci conferma che il virus SARS- CoV-2 è in grado di attaccare e danneggiare il muscolo cardiaco indipendentemente dall’interessamento polmonare grave, come già era stato invece descritto”.
“Per migliorare la nostra comprensione di come questo virus riesca a provocare il danno cardiaco e quindi poter migliorare le nostre capacità di curare questi pazienti – aggiunge il prof. Gnecchi – stiamo ora effettuando esperimenti utilizzando cardiomiciti derivati da cellule staminali pluripotenti. Il connubio tra ricerca clinica e di base ci aiuterà a superare questa emergenza. La seconda cosa che stupisce del caso clinico è la giovane età del paziente. Questo ci spinge a raccomandare che i pazienti, anche quelli pediatrici, che riferiscono dolore toracico ed hanno altre caratteristiche suggestive di miocardite acuta – con o senza sintomi respiratori – dovrebbero eseguire da oggi anche il test per verificare o escludere l’infezione da SARS- CoV-2”.