“La volpe scapigliata”, il primo podcast di Mario Calabresi, arriva in esclusiva su Storytel (la prima piattaforma europea di audiolibri e podcast) a partire da venerdì 15 maggio. L’ex direttore de “La Stampa” e de “La Repubblica” ha deciso di tornare a raccontare storie attraverso il mezzo audio, indagando in quattro episodi la storia di Andy Rocchelli (nella foto, ndr), il giovane fotoreporter pavese ucciso sul fronte del Donbass, in Ucraina, il 24 maggio 2014. Andrea, per tutti Andy, amava raccontare le persone, ritraendole in foto e registrandone le voci. Ha fondato con un gruppo di amici il collettivo fotografico Cesura Lab, che ha attraversato, fissandoli in immagini, i più importanti punti di crisi degli ultimi anni. E anche in quei giorni di maggio 2014 si trovava a Sloviansk, accompagnato dall’interprete russo Andrej Mironov, per documentare le sofferenze dei civili intrappolati lungo la linea dei combattimenti tra nazionalisti ucraini e separatisti filorussi. “Ci sono foto che nella vita non si dimenticano mai, che ci accompagnano, che formano il nostro immaginario e segnano la nostra memoria” dice Calabresi nel podcast. E proprio uno scatto di Andy Rocchelli che ritrae un gruppo di bambini pigiati in una dispensa sotterranea per proteggersi dai bombardamenti, tra barattoli di conserve, marmellate e cetrioli sottaceto, ha fatto il giro del mondo diventando un simbolo del conflitto per il controllo del Donbass, uno dei più laceranti degli ultimi anni. Quella foto fu fatta poco ore prima che, quel 24 maggio, una serie di colpi di mortaio investisse Rocchelli insieme a Mironov, mentre cercava di documentare la guerra sotto la collina del Karachun. Da quel momento parte la lunga e difficile ricerca della verità, che tre anni più tardi ha portato a una scoperta clamorosa: uno dei responsabili della morte di Andy Rocchelli è un militare della Guarda nazionale ucraina, cittadino italiano, Vitaly Markiv, condannato a 24 anni il 12 luglio 2019 dalla Corte d’Assise di Pavia . Quattro episodi, nei quali Calabresi ripercorre la storia di Andy attraverso numerose interviste, evidenziando il valore del lavoro del fotoreporter e di tutti i giornalisti che sul fronte indagano e faticano per raccontare il mondo. Dai genitori di Rocchelli ad Andrea Zanoncelli, giovane pubblico ministero di Pavia che ha ricostruito la vicenda, inizialmente destinata all’archiviazione; dai due giovani amici e co-fondatori di Cesura Lab Alessandro Sala e Luca Santese, all’ex comandante dei Ros, il colonnello Paolo Storoni, passando per la stessa voce di Andy, in alcune sue registrazioni sul campo; e ancora, quella del Vescovo di San Miniato, monsignor Andrea Migliavacca, attuale Vescovo di San Miniato, ex direttore del seminario di Pavia e guida spirituale degli Scout pavesi, insieme al racconto di alcuni giornalisti che hanno seguito da vicino l’intera storia: Anna Zafesova (La Stampa), Fabrizio Gatti (l’Espresso) e Maria Teresa Bianciardi (Corriere Adriatico). Nel podcast anche le inedite dichiarazioni di Mariachiara, compagna di Andy, che per la prima volta ha commentato questa dolorosa vicenda. “La volpe scapigliata” si sviluppa così in un racconto di cronaca incalzante, che non tralascia però il risvolto più umano della figura del giovane e brillante fotografo. Calabresi ha scelto questo titolo perché era il Totem di Andy, il nome che aveva ricevuto da ragazzo, in prima media, dai suoi compagni scout.