La Sacra Scrittura di domenica 12 aprile, S. Pasqua di Resurrezione

Il commento di don Michele Mosa. «La vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!»

Ricordate Elia sul Carmelo: la rivelazione di IHWH è la “voce del silenzio sottile”. Il soffio leggero – brezza che dolcemente accarezza – dello Spirito. A Pasqua accade la stessa cosa: non c’è “un segno nel cielo” – sole che abbaglia sole che danza – ad annunciarla. Non c’è un araldo che percorra piazze e suoni il corno per annunciarla. Pasqua: il cuore della nostra fede – non si crede al Crocifisso, lo si contempla; la fede è aprirsi a un nuovo incontro con il Crocifisso Risorto – è un bisbiglio. Un passaparola: di bocca in bocca seminando sconcerto o paura. Rischiando di trasformarsi in un pettegolezzo da parrucchiera. Il mattino di Pasqua non è un “happy and”: e tutti vissero felici e contenti. Tutti, tranne i cattivi naturalmente.Non è l’irruzione sulla scena del “Deus ex machina” o del “Deus absconditus” che rivela la verità. Niente di tutto questo. Ecco il difficile ma affascinante frutto della Pasqua: calcare le scene da protagonisti senza essere sotto i riflettori. Uscire dal sepolcro senza fare rumore, senza farsi notare. Vivere da risorti nella quotidianità. Trasformare la realtà in cui vivi come il lievito: nascosto. Ingrediente indispensabile ma invisibile e insapore. Dai sapore, illumini ma non ti metti in bella mostra. Credo che la Pasqua chiuda davvero il cerchio: per comprenderla occorre tornare a Nazareth e riscoprire la “vita nascosta” di Gesù.

 

Don Michele Mosa