Hanno deciso di chiudere per due settimane e lo faranno con lo scopo di tutelare la loro clientela, ma anche se stessi e le loro famiglie, dal temibile Coronavirus. Una quarantina tra baristi e ristoratori pavesi si sono ritrovati nella mattinata di martedì 10 marzo al Caffè dell’Università, invitati all’incontro dal titolare, Fabio Iorino. E’ stato proprio lui a lanciare la proposta relativa alla chiusura, che è stata avallata dagli altri presenti: “Siamo in un momento molto delicato e chiudere i nostri locali il prima possibile, per un paio di settimane, può aiutarci a salvare le nostre attività ma anche, ed è la cosa che riteniamo più importante, a tutelare la nostra clientela dalla diffusione del Coronavirus – ha detto Iorino, appoggiato dalla maggior parte dei presenti -. E’ importante anche, secondo noi, che il comune di Pavia decida il prima possibile di toglierci le tasse che non potremo pagare: la spazzatura, per esempio, non viene prodotta se teniamo chiusi i nostri esercizi. Senza contare che tenere aperto in questi giorni significa continuare a rimetterci. Ci vorrebbe un decreto di chiusura a livello nazionale e parallelamente un decreto finanziario che ci sostengada subito, come avviene in altri paesi”.
La decisione presa prevede quindi la chiusura di bar e ristoranti per un paio di settimane e poi una nuova riunione per valutare se la curva dei contagi si abbassa e decidere se prolungare la chiusura oppure riaprire le attività.
#unitiperpavia è la campagna social lanciata da baristi e ristoratori pavesi per diffondere l’iniziativa e contrassegnare i locali che vi hanno aderito.
(In foto un momento del confronto)