Covid, anno uno. A 12 mesi dalla scoperta del paziente 1 a Codogno, si torna a parlare dei primissimi giorni dell’emergenza sanitaria, l’atto di inizio dell’incubo coronavirus. Che Pavia ha vissuto in prima linea, fin da quel lontano 27 gennaio 2020 in cui uno studente cinese arrivava in città dal focolaio di Wuhan. “Un anno fa piombavamo pesantemente nell’era Covid dopo lo shock del 21 febbraio, quando la notizia del primo caso di Coronavirus in Italia iniziava a circolare. – racconta il giornalista pavese Alessandro Repossi, direttore del settimanale “il Ticino”, corrispondente dell’Ansa da Pavia e autore de “La Storia del Coronavirus a Pavia” targato Typimedia Editore –. In poche ore a Pavia assistevamo alla scoperta dei primi due contagiati e alla sospensione delle attività nelle scuole e nell’università. Il che è significato, nel nostro caso, una città svuotata prima delle altre”.
“La Storia del Coronavirus a Pavia” documenta in presa diretta, in una cronaca minuziosa e serrata, le tante vicende private che nella città della Certosa si intrecciano alle grandi storie e ai protagonisti della pandemia. “Rileggerlo oggi – afferma ancora Repossi – significa fare i conti con quanto è avvenuto. Riconoscendo come Pavia sia riuscita ad affrontare con coraggio e proposte scientifiche importanti lo tsunami della pandemia, dalla risposta all’emergenza sanitaria dell’ospedale San Matteoalla sperimentazione della terapia con il plasma iperimmune. Un libro che, a distanza di un anno, assume un importante valore di memoria”.
“Nella battaglia quotidiana contro il Coronavirus – dichiara Luigi Carletti, presidente di Typimedia – Pavia si è eretta a baluardo della ricerca e delle terapie, della scienza e del sapere. Questo libro, mentre racconta i giorni più bui dell’emergenza, ci porta quasi per mano nelle sale e nei laboratori del Policlinico San Matteo, luogo simbolo della secolare sapienza medica pavese”.