Il “de” privativo sembra dilagare senza freni: de-culturalizzazione; de-scolarizzazzione; de-strutturazione; de- etc.etc.; decrescita economica, alfine. È tutto un susseguirsi di “de”, cui neppure la più sfrenata delle fantasie riesce a tener dietro. E si potrà desistere (un “de” per una volta utile) dal considerare che una decrescita, culturale, sociale, economica equivalga, solo ed esclusivamente, a passi indietro? Quali acrobazie mentali e verbali potranno mai dimostrare che il ripiegare su posizioni ed assetti passati e, comunque, di livello più basso abbia i suoi profili di convenienza, specie “in oeconomicis”? Qui è davvero una “contradictio in adjecto”, giacchè la globalizzazione, ben nota al colto ed all’inclita”, è ontologicamente inconciliabile con forme di decrescita economica pianificate in un determinato (e limitato) contesto. Ammesso che una cotal decrescita fosse desiderabile (ma perchè?), essa sarebbe semplicemente irrealizzabile. Chi potrebbe ragionevolmente ipotizzare una “decrescita economica globale”? E chi una decrescita economica locale in un contesto di “crescita economica globale”? Non sembri supponenza, ma davvero non occorre neppure indugiar più che tanto sugli argomenti – tecnici, si dicere licet – addotti a favore di una “decrescita economica”, accettabile se non desiderabile. Eh sì, non occorre davvero: e non già per l’ossimorica valenza, ma proprio perchè si dovrebbe preliminarmente superare una serie di contraddizioni “in logicis”, che farebbero rivoltare nelle tombe, con tanti altri, Aristotele, Kant, Locke? Ma, quel che più conta, la realizzazione di questo sogno si tradurrebbe in un incubo per l’uomo della strada, vale a dire per colui che deve lavorare per mettere insieme il pranzo con la cena. Sarebbe una tragedia, insomma. Adagio, amici, con le tentazioni di teorie economiche bizzarramente novelle: adelante siempre (non detrás), pero con juicio, con tanto juicio. Altrimenti, si rischia di voler andare avanti indietreggiando: questo, sì, il modo migliore di subire quella che, in gergo militare, si chiama memorabile disfatta.
Dott. Gustavo Cioppa
(Magistrato, già Procuratore Capo della Repubblica di Pavia e Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia)